martedì 24 novembre 2015

'Lacrime di San Lorenzo' il film: intervista al regista Giampiero Caira



Locandina del film



Regista, tatuatore, scenografo, artista a tutti gli effetti, Giampiero Caira  ci spiega in questa intervista come è nata l'idea per la realizzazione del suo film : 'Lacrime di San Lorenzo', un'opera prima che sarà in sala nei prossimi giorni, ma che già prima di uscire ha suscitato interesse e scalpore per la tematica trattata.


Un film in uscita “Lacrime di San Lorenzo”, una storia dalla tematica originale e contemporaneamente molto sentita ai nostri giorni, una storia che prende le sue origini da un fatto realmente accaduto, ce ne vuoi parlare? 

Di professione faccio il tatuatore, ma, come molti mi definiscono, sono fondamentalmente un artista poliedrico: dipingo, disegno e realizzo scenografie, amo la moda, mi interesso di cinema. Collegandomi proprio al mondo cinematografico, l’idea di girare “Lacrime di San Lorenzo” mi scaturì da un fatto capitatomi alcuni anni fa. Un giorno, una coppia venne da me per farsi tatuare il volto del loro bambino che all’inizio pensavo fosse morto. I genitori dissero allora che il loro bimbo non era morto, ma presto sarebbe giunta la sua fine perché affetto da una gravissima e rara malattia incurabile. Mi raccontarono così il loro calvario. La cosa mi toccò profondamente e in due nottate scrissi la sceneggiatura di questa vicenda, decidendo di girare e produrre anche il film. Ho voluto io stesso interpretare la parte del papà del bimbo perché quel ruolo lo sentivo intimamente mio.

Il piccolo Luca nel ruolo di Mattia


Nel film spesso vengono citate le cinque leggi biologiche del dr. Hamer, di cosa si tratta esattamente?

Nel film viene trattato il tema delle 5 leggi biologiche scoperte dal dr. Hamer e la correlazione tra i conflitti emotivi che caratterizzano la nostra esistenza. Secondo questa teoria, la malattia non è altro che la risposta sensata al conflitto che si genera quando i 3 livelli: corpo, psiche, cervello vanno in tilt. E’ un programma biologico che dapprima ammala il corpo e poi lo ripara al momento della soluzione del problema. La malattia, quindi, è la manifestazione del disagio, una fase che ci spinge alla sopravvivenza e non alla nostra distruzione, anche se ciò può sembrare un controsenso.

L'attrice Cristina Serafini ed il piccolo Mattia


La disperazione per un figlio affetto da una malattia rara può portare i genitori a compiere atti estremi, come tu narri anche nel film, azioni borderline, potremo definire, dunque, “Lacrime di San Lorenzo anche  un film di genere thriller?

Io credo che un genitore sia disposto a tutto, anche a vendere l’anima per un figlio malato. Il film però si colora di una sorta d’intreccio thriller.



Gli attori Matteo Tosi e Massimo Bonetti

Un film che ha incontrato molti ostacoli nella sua uscita cinematografica, vuoi spiegarci i motivi?

Ostacoli? Diecimila, è un film verità e denuncia. Voglio ricordare che allo scopritore delle 5 leggi biologiche sono stati perpetrati decine di attentati, a me hanno tentato di farmi desistere dal far uscire il film, ma, come vedete, non ci sono riusciti.

Un cast d’eccezione in questo film,  attori famosi che spaziano dalle fiction televisive al grande schermo, nomi noti come: Orso Maria Guerrini, Matteo Tosi, Massimo Bonetti, Cristina Serafini, Daniele Favilli, qual è stato il segreto nell’essere riuscito a coinvolgerli nel progetto “Lacrime di San Lorenzo?

Il segreto? Facilissimo: gli attori lo hanno trovato sensato, bello e sensibile tanto da volerne fare subito parte.


L'attore Orso Maria Guerrini

L'attore Daniele Favilli

L'attore Adriano Chiaramida

Sappiamo che ci sono già due date confermate per l’uscita di questo film, il 24 e il 25 presso il Teatro Manzoni a Cassino, poi annunciarci delle altre date e luoghi in cui il film sarà nelle sale?

Il 24 ci sarà l’anteprima nazionale al Teatro Manzoni di Cassino con molti attori e stampa presente. Il 25 si replicherà con altre due proiezioni presso il medesimo e poi dal 26 ci sarà l’uscita nazionale che prevederà molte sale in diversi capoluoghi, da Roma a Sondrio, da Nuoro a Catania e ancora Bergamo, Mantova, Rovigo, Padova. Le sale continuano ad aderire.


Il regista e attore Giampiero Caira

Dal punto di vista di un regista, quale pensi sarà la reazione del pubblico, dopo aver visto il tuo film?

Questa è una domanda da un milione di dollari, un’altra domanda, prego? Ho il terrore, non lo nego. Come posso preventivare un progetto di tale portata sociale? Difficilissimo, l’attesa del pubblico è tanta, come mi viene spesso palesato sia sui social network sia a livello personale. L’entusiasmo e le aspettative sono più che benevole, ma solo all’uscita sala potrò dire se scappare all’estero.

La redazione di Filmania





giovedì 19 novembre 2015

Elisa Franco attrice poliedrica tra il Cinema e il Teatro



Elisa Franco, un talento tutto italiano e s
oprattutto siciliano. La incontriamo di nuovo, dopo la nostra prima conoscenza in occasione della prima nazionale del film "Midway - tra la vita e la morte". Sono passati alcuni anni e la sua carriera artistica si è costellata di successi e di soddisfazioni che grazie, a questa nostra intervista, conosceremo più approfonditamente.


Elisa, ci risentiamo dopo un po’ di tempo dalla nostra ultima intervista, so che ci sono state molte novità da allora, hai voglia di raccontarcele?

- Si è vero; tre anni fa usciva Midway- Tra la vita e la mortedi John Real e iniziava dopo tanti anni di teatro la mia prima vera avventura cinematografica, nonostante avessi già preso parte a diversi cortometraggi. Da allora un susseguirsi di pellicole molto interessanti e diversificate che mi hanno dato la possibilità di confrontarmi con ruoli molto belli e particolari. Per un'attrice affrontare ruoli fortemente differenti tra loro è indubbiamente una forma di crescita professionale molto intensa, che ti dà enormi soddisfazioni.

E’ uscito da pochissimo un tuo ultimo film dal titolo ‘Ballando il silenzio’  in cui recita anche Sandra Milo, di cosa tratta e quale parte interpreti tu?

- Ballando il silenzioè un film prodotto dal CAM (Centro Artistico del
Mediterraneo) presieduto da Francesca Barbera e firmato dal regista messinese Salvatore Arimatea, con cui avevo già lavorato qualche anno fa in Buonanotte fiorellino. La sceneggiatura è scritta a quattro mani dallo stesso Arimatea e da Tosi Siragusa .
Ambientato nel travolgente mondo del tango, il film racconta una toccante storia di disagio sociale e solitudine, trattata con estrema delicatezza. La protagonista è Marina Suma, coadiuvata da un cast eccellente in cui compaiono tra gli altri: Mario Opinato, Sandra Milo, Fioretta Mari.
Il mio è un ruolo che ha a che fare con la disabilità, la malattia. Una prova difficile, sulla sedia a rotelle; un carico di tensione forte ma estremamente emozionante nella sua drammaticità. Ho avuto modo di entrare in contatto con queste realtà, con persone che vivono davvero questi disagi e mi sono portata dietro un bagaglio di umanità e di tenerezza che mi ha arricchita molto. Già alla sua prima uscita il film ha ricevuto gli applausi del numeroso pubblico presente e a breve rappresenterà l'Italia al Brighton Film Festival in Inghilterra.



Vedendo il tuo ultimo showreel, peraltro molto ben fatto, mi ha intrigato il film ‘Angeli’, mi piacerebbe sapere che tematica tratta e se è già uscito, o uscirà al cinema?

- Angeliè un film di Salvatore Bonaffini, un giovane talentuoso regista che cerca di portare avanti le sue idee attraverso il sempre più presente, cinema indipendente. Il film è un fantasy che oltrepassa i confini del reale ed ha come protagonisti un gruppo di ragazzini; il mio personaggio, l'enigmatica Marlene Fox, insieme al perfido professor Khails, trascinerà i ragazzini in un'avventura intrisa di mistero e li farà entrare in contatto con degli angeli che animeranno un cimitero di notte, correndo in aiuto dei piccoli protagonisti e raccontandosi al pubblico attraverso il proprio vissuto.
E' uscito nelle sale l'inverno scorso e, nonostante le difficoltà legate alla sua distribuzione, è stato molto bene accolto ed apprezzato dal pubblico.




Oltre al cinema, so che fai anche tanto teatro, emozioni diverse suppongo, ce ne puoi parlare?

- Il teatro è e resterà sempre il mio primo amore; ma indubbiamente ti dà emozioni diverse dal cinema. Sono due forme d'arte parallele ma estremamente diverse persino nella tecnica. Non riesco a dare una preferenza all'uno o all'altro. Li amo in modo diverso ma intenso. Ho mosso i miei primi passi sulle tavole del palcoscenico a soli 16 anni; ho studiato tanto, mi sono confrontata con diverse forme di pensiero e con personaggi forti e importanti nel corso degli anni. Tutti mi hanno lasciato qualcosa, tutti mi hanno aiutata a crescere e a migliorarmi. Ciò che realmente si instaura tra
attore e personaggio è una magia incredibile, uno scambio emozionale forte, quasi estremo, che una volta portato davanti al pubblico fluisce dentro lo spettatore e lo conduce per mano dentro un sogno, bello o brutto che sia, ma fatto di battiti, di respiri, di emozioni.




Un premio importante ricevuto ultimamente, raccontaci un po’ di cosa si tratta e l’emozione che hai provato nel riceverlo.

- Il 2015 è stato un anno lavorativo pieno e ricco di soddisfazioni. In realtà sono due i riconoscimenti importanti ricevuti ultimamente. Il primo è arrivato al Festival Internazionale del Cinema Mendicino Corto, a Cosenza. Ho ricevuto il Premio Massimo Troisi come attrice protagonista del film Angeli, consegnato dal regista calabrese Franco Barca, con cui ho girato il bellissimo film Arcangela Filippelli, martire della purezza, proiettato durante lo stesso festival. In estate è arrivato poi il Premio Speciale “EtnAci Film Festivalconsegnatomi dall'attore e regista Enrico Pappalardo, a coronamento dei miei primi 25 anni di carriera. Una bella emozione, forte, che ti ripaga dei tanti sacrifici di una vita interamente dedicata all'arte.
Al momento sto completando le riprese di una produzione estera con il regista internazionale Roberto Luis Garay, da cui ho appreso Moebiusun nuovo metodo di attuazione basato sulle tecniche gitano/russe. Un seminario di studi che a breve sarà inserito all'interno di importanti percorsi formativi della cinematografia nazionale. Per quanto concerne il teatro a breve replicheremo uno spettacolo portato in scena con successo quest'estate: E adesso parlo io - Confessioni di Artiste ed Eroine al castellodella messinese Tosi Siragusa per la regia di Gaetano Lembo.
Uno spettacolo meraviglioso che mi ha coinvolta estremamente per i suoi toni
accorati, nostalgici che raccontano frammenti di esistenze passate in una dimensione senza tempo. Uno scenario magico in cui rivivono e si raccontano quindici donne (Virginia Woolf, Camille Claudel, Silvia Plath, Rossella O'Hara, Artemisia Gentileschi, Emma Bovary, Josephine Baker, Madame Butterfly, Janis Joplin, Elena, Fedra, Medea, Penelope, Didone, Cleopatra), protagoniste di un viaggio tra diverse epoche.


Frida P.







mercoledì 29 aprile 2015

IO & MIA FIGLIA

Locandina del film
 Lo short movie “Io e mia figlia” per la regia di Ruggero Deodato è presente nel DVD dal titolo Stop allo stalking, attualmente disponibile anche online.
Narra una storia di stalking che nasce in un contesto di quotidiana normalità, così come succede spesso nella realtà, una realtà che da alcuni anni sta diventando un fenomeno sociale di cui le donne portano il peso e le conseguenze fisiche e morali.
Giulia (ruolo interpretato dall’attrice Rita Rusciano) è una giovane donna rimasta vedova precocemente, la quale conduce una vita serena accanto alla figlia tredicenne, Beatrice (interpretata da Beatrice Deodato). Non dimostra segni di solitudine, né di disagio, è, tutto sommato, una persona tranquilla e realizzata come madre e a livello lavorativo. Alle compagne che con lei lavorano in un salone di bellezza questa sua vita sembra assolutamente monotona e incolore, tanto che la sollecitano a incontrare gente, suggerendole di farsi un profilo in Facebook in modo da riallacciare rapporti con vecchie conoscenze o venire in contatto con persone dell’altro sesso che potrebbero essere adatte a lei. Aiutata da Beatrice, realizza il suo profilo, ma inizialmente ne è delusa perché i suoi vecchi compagni e amici sono già impegnati o non corrispondono più all’immagine che di essi ricordava. Finalmente un contatto riesce a soddisfarla e accetta di incontrare Antonio (ruolo interpretato dall’attore Matteo Tosi), un suo ex compagno di scuola. La persona che le si presenta appare come un uomo a modo, gentile e passionale, al punto che Giulia si lascia coinvolgere.

Da una scena del film gli attori Matteo Tosi e Rita Rusciano
Quando, però, lei accenna qualcosa sul trascorso sentimentale dell’uomo, Antonio sembra perdere il controllo e si lascia scappare ingiurie nei confronti della ex moglie, facendo trasparire un evidente sentimento di rancore misto a rabbia. Giulia ha la netta sensazione di trovarsi di fronte a una personalità ambigua, doppia, dai contorni indefiniti che sfocia in atteggiamenti imprevedibilmente esagerati. La donna tenta di svincolarsi dal rapporto, escogitando una tattica di gentile freddezza. È a questo punto che scatta in Antonio l’ossessione per lei e prende corpo il processo di stalking di cui conosciamo i drammatici risvolti. Un film al femminile, dunque, contro il sopruso, l’arroganza e la persecuzione maniaco-ossessiva degli stalkers.

Dal film "Io e mia figlia" le attrici Rita Rusciano e Beatrice Deodato.
L'attore Matteo Tosi nel ruolo di Antonio
“Io e mia figlia” è girato con maestria da un grande professionista come Ruggero Deodato, noto al grande pubblico per aver diretto numerose serie TV, nonché il suo capolavoro “Cannibal Holocaust”. Lineare è il narrato e belle le inquadrature dei primi piani che tendono a sottolineare i sentimenti dei personaggi, davvero ben interpretati da due attori, come Rita Rusciano che riesce a far emergere la forza e la fragilità di una donna e Matteo Tosi che, nella parte dello stalker Antonio, si immerge completamente nel personaggio, dando vita ad una straordinaria metamorfosi. Da bravo ragazzo a individuo psicotico, ossessivo, maniacale, Matteo Tosi riesce nel giro di pochi secondi a cambiare l’espressione del suo volto tanto da shockare lo spettatore quando i suoi lineamenti si fanno duri e lo sguardo si impregna di una luce cupa e maligna. Il regista non ha volutamente calcato su alcuni aspetti violenti dello stalking, cercando piuttosto di sottolineare il risvolto psicologico del fenomeno, in maniera sottile e gradualmente inquietante. Un film di grande spessore educativo, la cui visione, come asserisce il regista stesso, è consigliata ad un vasto pubblico.

Lo staff di Filmania




mercoledì 4 marzo 2015

NERVERLAKE



Locandina Neverlake


Una giovane americana decide di andare a trovare il padre in Italia, dopo la morte prematura della nonna che l’accudiva, questo è l’incipit per una storia tra l’horror e il thriller ambientata in Toscana.
Un antico casolare sulle rive di un leggendario lago etrusco ne è il protagonista. L’americana Jenny Brook (interpretata da Daisy Keeping) è una giovane indipendente e solitaria, innamorata della poesia e, come molte ragazze della sua età, incapace di sottostare alle direttive di un padre severo e della sua assistente, nonché nuova compagna. Una strana compagnia incontra Jenny sulle rive del lago. Ragazzi disabili e problematici che vengono curati in un istituto fatiscente e poco distante dal luogo in cui lei stessa abita.
Una storia apparentemente semplice se non fosse per la leggenda che caratterizza il lago, una leggenda fatta di strani riti e superstizioni di cui lo stesso padre, Doctor Brook (David Brandon) ne sembra affascinato fino al punto di farlo diventare oggetto di alcune ricerche ossessive, quasi maniacali.
Ma qual è l’origine del lago e quale leggenda lo rende così interessante? Si tratta solo di leggende oppure c’è un fondo di verità in ciò che si nasconde dietro? E quei ragazzi disabili chi sono? Anche loro sono legati al lago, oppure …

Neverlake è un film dalla tematica apparentemente scontata che in realtà si sviluppa in modo del tutto nuovo ed inaspettato. Una regia superba quella di Riccardo Paoletti, capace di catturare lo spettatore dall'inizio
alla fine senza mai lasciarlo respirare, né tantomeno addormentare. Un film bello davvero con un cast di attori nuovi, sconosciuti al grande pubblico, e ciò nonostante, abilissimi nell'interpretare il loro ruolo. Finalmente un film dalla firma italiana degno di essere chiamato tale, un piccolo capolavoro della nostra filmografia che purtroppo, sempre più spesso, si deve invece vergognare dei suoi prodotti artistici perché parodistici, troppo psicologici, noiosi, stucchevoli, pretenziosi e incapaci di emozionare.

Joe Lake

L'attrice Daisy Keeping nel ruolo di Jenny